La Psicologia Perinatale è una branca che si occupa dei fenomeni e dei processi intorno al “momento nascita” sostenendo la triade genitori-bambino nel periodo che abbraccia il desiderio di avere un figlio, il concepimento, la gravidanza, il parto e i primissimi anni di vita del bambino con l’obiettivo di promuovere il benessere biopsicosociale e la valorizzazione delle risorse di ogni membro del nucleo familiare.
“Operare per la nascita alla vita significa lavorare per la nascita delle madri, dei padri e dei bambini. Significa prendersi cura della nascita della famiglia.” S. Marinopoulos
L’epigenetica ha messo in luce come lo sviluppo della mente è il frutto di continui apprendimenti che condizionano l’espressività genica nella formazione e continua trasformazione delle reti neurali dalle quali dipende la funzionalità di quel singolo cervello. Le ricerche in ambito neuroscientifico avvalorano questa tesi affermando l’importanza delle esperienze interpersonali precoci nello sviluppo psicoaffettivo del bambino che può avvenire sempre e solo attraverso un processo relazionale, in cui entrambi i partner della diade hanno un ruolo organizzativo e attivo e nel quale le esperienze vissute consentono la creazione delle reti neurali, la moltiplicazione delle connessioni sinaptiche, la selezione e l’attivazione di alcune popolazioni neuronali, piuttosto che di altre. Ciò spiega quindi quale valore può avere la psicologia perinatale nell’intervento sulla nascita come evento biopsicosociale, operando lungo un continuum che va dalla fisiologia alla patologia con finalità di prevenzione, promozione e cura.
Lo psicologo perinatale lavora in sinergia con altri specialisti del settore, come ad esempio ginecologi, pediatri, ostetriche, esperti del portare, secondo un approccio multidisciplinare. In diverse tipologie di setting (ambito consulenziale/terapeutico, percorsi di accompagnamento alla nascita, seminari tematici) lo psicologo perinatale si propone di offrire uno spazio protetto in cui comprendere i reali bisogni delle coppia genitoriale, dare contenimento alle loro emozioni e accompagnarli lungo il percorso della nascita, attraverso un ascolto empatico, profondo e non giudicante. Sostenere l’attivazione delle risorse individuali e delle competenze genitoriali permette di compiere scelte informate, consapevoli e indipendenti dalle logiche di mercato e dai pregiudizi culturali. Nell’ambito della fisiologia lo psicologo perinatale si occupa del sonno, dell’alimentazione e del legame di attaccamento.
La coppia genitoriale nel caso riscontrasse delle difficoltà con la regolazione del sonno e del pianto del bambino può chiedere una consulenza psicologica al fine di valutare cosa è opportuno sapere, fare e modificare per poter migliorare la situazione e concordare un “piano per il sonno” al fine di ritrovare un equilibrio.
“L’allattamento non è uno strumento per garantire la salute, ma parte della salute stessa”. C. Gonzalez
Per ciò che concerne l’allattamento, la coppia e/o la madre può richiedere una consulenza già durante la gravidanza al fine di compiere una scelta consapevole. Lungi dall’essere solo un modo per nutrire i bambini, l’allattamento materno è un sistema di sostegno psicobiologico, uno strumento prezioso per accompagnare la transizione che la nascita e il parto rappresentano per madre e bambino. Durante la consulenza, si potranno ricevere informazioni sulla fisiologia della lattazione, sui ritmi e i comportamenti tipici del lattante, sul ruolo degli ormoni coinvolti nella lattazione umana, sui loro legami con lo sviluppo del processo di attaccamento secondo quanto raccomandato dalle linee guida dell’OMS e UNICEF in materia di allattamento. Inoltre lo psicologo perinatale può sostenere dopo la nascita la diade madre-bambino facilitando l’avvio dell’allattamento e la risoluzione di eventuali difficoltà. Il professionista esperto di perinatalità inoltre si occupa di supportare la diade nella costruzione della relazione incentivando l’accudimento, il contatto e la sintonizzazione emotiva e potenziando le capacità genitoriali al fine di costruire un sano legame di attaccamento con il bambino. Ciò risulta molto importante soprattutto laddove emergano delle difficoltà nella differenziazione tra la mamma e il bambino, dove esistono condizioni di trascuratezza emotiva e/o fisica e qualora emergano delle difficoltà della coppia nel passaggio a triade.
Diventare madre è un’esperienza di grande intensità emotiva e fisica fatta di luci e di ombre. Durante la gravidanza possono manifestarsi disturbi ansiosi e depressivi e in seguito alla nascita frequente è il fenomeno del maternity blues, una disforia lieve e transitoria che a volte può sfociare in una depressione post-partum. Il compito dello psicologo in questi casi è quello di supportare la donna a partire dalla gravidanza, soprattutto laddove esistano già dei fattori di vulnerabilità (patologie pregresse, situazioni sociali, problematiche affettive, eventi di vita subiti, stress, sostegno sociale carente), nell’espressione di ogni vissuto e promuovendo quei fattori che possono essere protettivi rispetto all’emergere di un disagio psichico importante. Nel caso di depressione post-partum l’intervento può essere anche domiciliare. Inoltre, anche i padri possono avere bisogno di ridefinirsi ed essere sostenuti in seguito alla nascita di un figlio; in questi casi il sostegno alla paternità è fondamentale per valorizzare il ruolo e le competenze della figura paterna che ancora troppo spesso oggi viene sottovalutata dalla società.
A volte il desiderio di un figlio non coincide con la realizzazione del progetto generativo stesso. Nei casi di difficoltà “non organiche” a procreare, infertilità/sterilità l’assetto emotivo di uno o entrambi i membri della coppia può essere messo a dura prova. Compito dello psicologo sarà dunque quello di accogliere la donna, l’uomo e/o la coppia che si trova ad attraversare questo tipo di vissuto, al fine di sostenerli nella rivisitazione del proprio desiderio generativo, scegliere consapevolmente la propria modalità di risoluzione del problema e accompagnarli lungo altre alternative alla maternità/paternità intraprendo dei percorsi quali la PMA (procreazione medicalmente assistita) e/o la strada dell’adozione.
Succede anche che la nascita porti con sè preoccupazione, disperazione e angoscia quando avviene prima del tempo, quando si interrompe e quando si decide di non portarla a termine. Nell’evento della prematurità non è solo il bambino a non essere pronto a nascere: anche la madre e il padre si trovano a diventare genitori in un periodo in cui i processi psichici della gravidanza non sono ancora stati completati. Lo psicologo perinatale in questi casi può sostenere la coppia nel reagire e adattarsi alla situazione traumatica, supportandoli nel prendersi cura dei bisogni fisiologici e psicologici del bambino e nel superamento delle difficoltà. Il lutto perinatale è l’insieme delle reazioni psicofisiche legate alla perdita di un bambino nella seconda metà della gravidanza e nelle settimane successive alla nascita e presenta tutti i drammatici aspetti del normale processo del lutto, con la differenza che è “biologicamente” inaspettato, particolarmente “inspiegabile”. Spesso inoltre, la perdita di un bambino in “fase precoce” non è legittimato dalla società ed erroneamente si pensa che l’impatto psicologico nei genitori e nei parenti possa essere limitato ma in realtà è un evento traumatico al quale è opportuno dare la giusta attenzione e nel quale lo psicologo perinatale può intervenire accogliendo, legittimando le emozioni dolorose e favorendo l’elaborazione del lutto. Per ciò che concerne l’aborto, a prescindere dalle motivazioni, la decisione è comunque sofferta. La donna subisce un intervento su di sè che interrompe bruscamente un processo in corso e alla cui base spesso ci possono essere un intreccio di motivazioni e/o scarsa consapevolezza. Ciò può portare a delle conseguenze psicologiche e relazionali per cui l’intervento dello psicologo perinatale, soprattutto laddove non ci sia stata una consulenza pre-decisionale, è fondamentale per elaborare il trauma e ripristinare l’equilibrio perduto.
“Se una società vuole veramente proteggere i suoi bambini, deve cominciare ad occuparsi dei genitori” J. Bowlby
Credo che la “missione” della psicologia perinatale sia racchiusa nelle parole di Bowlby. Essere genitori non significa assumere un ruolo ma bensì una funzione che si estrinseca nella capacità di prendersi cura. E dietro ogni genitore c’è il bambino che è stato e che spesso merita ancora di ricevere le giuste attenzioni per imparare a darle a qualcun altro. La nascita è un evento irripetibile, ogni bambino è unico nel suo genere per cui non esiste un “libretto delle istruzioni” valido per tutti, non esistono ricette per far sì che tutto funzioni alla perfezione ma ciascuno può scegliere con cognizione di fare il meglio che può, con la consapevolezza che lungo il ciclo di vita si può ri-nascere più volte.
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